La Natura (possiamo anche chiamarla Anima Mundi) opera con regole ben precise che non ammettono superficialità, egoismo, cupidigia...o fretta.
L'esempio più calzante può essere rappresentato da una ipotetica persona che dopo aver acquistato un voluminoso romanzo lo apre ad una pagina qualsiasi e inizia la lettura da quel punto fino alla fine del capitolo. Questo sprovveduto lettore nella migliore delle ipotesi comprenderà poco e male la trama del romanzo, nella peggiore darà ascolto alla propria fantasia convincendosi di una trama che in realtà esiste solo nella sua mente.
Se il libro in questione fosse il Liber Naturae accorciare o saltare le tappe equivarrebbe a non tener conto del grado di maturazione della materia o di colui che la maneggia e inevitabilmente porterebbe ad una divisione e non ad una fusione, con effetti collaterali ben peggiori dell'esempio.
Tavola "La Natura sia la tua guida" da Atalanta Fugiens (1618) |
Dall'omonima opera (scritta poco prima del Concilio Laterano del 1179) riporto un piccolo brano in cui vengono poeticamente riassunte le quattro vesti dell'Anima Mundi.
"Omnis mundi creatura
quasi liber et pictura
nobis est in speculum;
nostrae vitae, nostrae mortis,
nostri status, nostrae sortis
fidele signaculum.
Nostrum statum pingit rosa
nostri status decens glosa
nostrae vitae lectio;
quae dum primum mane floret,
defloratus flos effloret
vespertino senio."
(ogni creatura dell'universo, quasi fosse un libro o un dipinto è per noi come uno specchio; della nostra vita, della nostra morte, della nostra condizione,della nostra sorte fedele segno. La rosa rappresenta il nostro stato, leggiadra glossa della nostra condizione, interpretazione della nostra vita; che mentre è fiorente nel primo mattino, fiorisce, sfiorito fiore, con la vecchiaia della sera.)
La Natura come maestra infallibile e guida è la regale protagonista in “Le rimostranze della Natura all’alchimista errante” in cui Jean de Meung nel XIII° secolo mette in evidenza gli errori degli alchimisti del suo tempo. La Natura, offesa e trascurata dallo “sciocco” che non usa che “l’arte mechanica”, senza prima salire i sette gradi(ni) della scala filosofica (arti liberali), così lo rimprovera:
"Io parlo a te fanatico sciocco
che ti dici e ti dichiari in pratica
Alchimista e buon filosofo
e non possiedi né sapere né capacità
dell’arte, né conoscenza di me…
Con un fuoco che arderebbe chiunque
desideri fissare argento vivo
quello volatile e volgare
e non quello che creo io come metallo?
Per questa via non combinerai nulla"
La Natura e l'alchimista
in una miniatura di Jean Perreal (1460-1530) |
Il timore di un utilizzo non secondo natura (termine caro ad Elémire Zolla ) degli scritti di Isaac Newton preoccupò anche colui che ne fu il successore più famoso: Albert Einstein.
Dopo averli letti Einstein inviò all'amico rabbino che li aveva messi a disposizione una missiva che riporto di seguito.
La trascrivo tradotta dal tedesco:
Mio Caro ****,
Gli scritti di Newton su questioni bibliche mi sembrano particolarmente interessanti perché offrono una profonda conoscenza della mente unica e del processo di pensiero di questo grande uomo. L'origine divina della Bibbia è, per Newton, assolutamente certa, una certezza che è in contrasto con il peculiare, critico, scetticismo che caratterizza la sua posizione nei confronti della Chiesa. Questa fiducia lo ha portato alla ferma convinzione che le parti apparentemente oscure della Bibbia debbano contenere rivelazioni importanti, il chiarimento delle quali può essere raggiunto solo decifrandone il linguaggio simbolico. Newton lavorò su questa decifrazione, cioè, questa interpretazione, utilizzando la sua mente acuta e l'uso sistematico e minuzioso di ogni possibile fonte.
Mentre l'evoluzione degli scritti sul mondo fisico di Newton devono rimanere nascosti, così come Newton intese distruggendo le versioni preliminari; nell'ambito del suo lavoro biblico, che è ancora in gran parte inedito, abbiamo una varietà di schizzi e versioni preliminari con le variazioni in corso d'opera che ci permettono una interessante visione del modo di pensare di questa mente unica.
A. Einstein, Settembre 1940
P.S. Ritengo fantastico che gli scritti di Newton sopra menzionati siano riuniti in un unico luogo e lì messi a disposizione dei ricercatori.
> Ciò che Dio congiunge, l'uomo non separi ! (Mt. 19,8) <
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